Perché dimentico le cose?

Perché dimentico le cose? Come distinguere i disturbi della memoria da altre patologie, come la demenza senile e l’Alzheimer

Perché dimentico le cose?

La difficoltà a rievocare, il totale oblio di un informazione o, ancora, l’incapacità di dare il giusto nome a cose o persone (detta “anomia”) spesso causano sentimenti di sconforto e di paura per sé o per il proprio caro in quanto il pensiero che subito ne consegue è “si tratta di demenza?”.

Proviamo a distinguere tra le forme di demenza e disturbi della memoria che possono verificarsi anche in persone sane.

Perché dimentico le cose?

Mi capita di andare in una stanza per prendere qualcosa ma, di punto in bianco, il vuoto totale. Rimuovo quello che dovevo fare, come se l’informazione cadesse nel dimenticatoio. Cosa mi succede? Ho l’Alzheimer?

Vi sembra di sentire le vostre stesse parole? Oppure quelle di un parente o di un amico?

Questo perché la maggior parte di noi è a conoscenza di uno dei primi sintomi della demenza ovvero la mancanza di memoria.

In questi casi, proviamo a chiederci:

  • Di quale memoria si tratta?
  • E’ il solo sintomo indice di demenza?
  • Cosa e come sto vivendo in questo specifico periodo della mia vita?

A partire da queste tre domande, cerchiamo di costruire un percorso che ci aiuta, in un primo momento, a capire se si tratta di un problema di demenza di tipo Alzheimer o di altro.

Di quale memoria si tratta?

Quanti tipi di memoria esistono? Negli anni, diversi studiosi hanno cercato di rispondere a questa domanda. In questo articolo, ci limitiamo alla seguente suddivisione:

MEMORIA A BREVE TERMINE: il magazzino che riesce a trattenere circa 5 unità di informazioni per un breve periodo di tempo (circa 10 sec.).

MEMORIA A LUNGO TERMINE: il magazzino che trattiene l’informazione più a lungo e la fissa per un tempo quasi illimitato.

Per rispondere alla prima domanda “di quale memoria sto parlando?” è bene sapere che, nel caso della demenza tipica di Alzheimer, il deficit maggiore è a carico della memoria a breve termine.

La persona ha difficoltà a memorizzare nuove informazioni in quanto il problema risiede nelle cellule nervose danneggiate incapaci di trattenere il nuovo dato.

E’ il solo sintomo indice di demenza?

Da qui, ci colleghiamo alla seconda domanda ovvero “è il solo sintomo indice di demenza”? La risposta è chiaramente no. Se è vero che la memoria è uno dei sintomi più evidenti, esso viene spesso accompagnato da deficit afferenti ad altre funzioni cognitive come il disorientamento spazio-temporale, la difficoltà di pianificare azioni più o meno complesse, l’incapacità di ragionamento logico (per citarne alcune).

Si tratta di un insieme di segni che emergono chiaramente a seguito di un’accurata valutazione cognitiva svolta dallo specialista che è, per l’appunto, il neuropsicologo o psicologo esperto in neuropsicologia e disturbi cognitivi.

Cosa e come sto vivendo in questo specifico periodo della mia vita?

Per rispondere alla terza domanda (“cosa e come sto vivendo in questo specifico periodo della mia vita?”) occorre prima fare una premessa.

Senza dilungarci troppo, nel processo della memorizzazione vengono implicate, in primis, l’attenzione e la concentrazione che funzionano da filtro alla fissazione delle informazioni.

Facciamo un esempio pratico: durante un appuntamento incontro una persona a me sconosciuta che si presenta dicendo il suo nome ma io, allo stesso tempo, mi concentro sul colore dei suoi capelli e perdo l’informazione appena ricevuta.

Ho la demenza? Le mie cellule nervose sono danneggiate?

No. Semplicemente, non ero attento!

E’ quindi importante sapere che, se ci troviamo a vivere un periodo particolarmente stressante che ci impegna fisicamente e/o mentalmente, è probabile che i pensieri consci creino così tanta confusione da intasare il filtro dell’attenzione impedendo al nuovo dato di fissarsi in memoria.

Ciò si traduce in vuoti di memoria improvvisi a cui non si riesce a dare risposta e che procurano agitazione e preoccupazione, spesso, più del previsto.

Questo articolo ha l’obiettivo di fissare, in maniera semplificata, i parametri principali che ci permettono di fare una prima distinzione tra malattia dementigena o disturbo della memoria in persona cognitivamente sana.

Ricordiamo, tuttavia, che non esiste solo la malattia di Alzheimer ma anche altre demenze o disturbi cognitivi che hanno esordio e sintomatologia differenti.

E’ dunque opportuno, nel caso si noti un cambiamento nella sfera cognitiva e/o nella sfera comportamentale, chiedere un approfondimento neuropsicologico che faccia chiarezza sul caso specifico.

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